Da un mare di sofferenza a una casa condivisa: scopri la Rete Francescana del Mediterraneo

Mentre la migrazione attraverso il Mediterraneo continua a essere segnata dal pericolo e dalla sofferenza umana, i francescani della regione stanno lavorando insieme per offrire una visione diversa: trasformare il Mediterraneo da un “cimitero” – come lo ha descritto una volta Papa Francesco – a una casa aperta a tutti.

La Rete Francescana del Mediterraneo (RFMed), fondata nel 2019 per collegare le iniziative guidate dai francescani a sostegno dei migranti e dei rifugiati in tutta l’Europa meridionale e il Nord Africa, mira a sostenere la dignità di ogni persona, in particolare di coloro che sono costretti a fuggire dalla violenza, dalla povertà e dalla devastazione indotta dal clima. “È qualcosa che sognavamo da molto tempo”, dice Fra Fabio L’Amour, OFM, che fa parte del Comitato di Coordinamento di RFMed.

L’idea di creare una rete intorno al Mediterraneo è nata diversi anni fa, ma è stata interrotta dalla pandemia. Ora, un nuovo gruppo ha rilanciato il progetto e ha scelto di concentrarsi su tre pilastri: migrazione, giovani ed ecologia, e dialogo per la pace.

In Marocco, fra Fabio L’Amour lavora direttamente con i migranti: “Abbiamo un gruppo di sorelle e fratelli che lavorano per garantire un servizio quotidiano ai migranti che cercano di attraversare il confine nel nord del paese. Ogni giorno ne riceviamo da 30 a 40”.

“Quando arrivano, a volte sono feriti, affamati e in pessime condizioni”, spiega, ‘diamo loro cibo, cure mediche e vestiti perché hanno viaggiato molto per arrivare a Marrakech’.

Costruire le basi per la prossima fase della Rete

Dal 31 marzo al 4 aprile 2025, la Rete Francescana del Mediterraneo ha tenuto il suo incontro annuale a Rodi, in Grecia, un’occasione per fare il punto sui recenti progressi e definire le priorità collettive per l’anno a venire.

Fra Eunan McMullan, OFM, coordinatore europeo di FI, si è unito ad altri frati e laici per una settimana di dialogo e pianificazione strategica. Le sessioni includevano workshop, preghiera comune e sostegno a progetti locali presso il convento, come la distribuzione di cibo.

Sebbene sia ancora agli inizi, la rete sta espandendo costantemente la sua portata in tutta la regione mediterranea. Alla domanda sul prossimo passo della rete, fra L’Amour spiega: “Abbiamo trovato coloro che stanno lavorando [sull’immigrazione] e ora stiamo pianificando cosa potremmo fare come gruppo per collaborare e migliorare i servizi per chi ne ha bisogno”.

Durante la settimana, FI ha anche presentato esempi di come ha amplificato le voci dei migranti e delle comunità in prima linea alle Nazioni Unite, in modo da dimostrare come la pastorale locale e la difesa internazionale possano – e debbano – andare di pari passo.

Un impegno condiviso

“Penso che la visione che noi, la famiglia francescana, abbiamo per la Rete non sia molto diversa dalla visione che Franciscans International ha per il mondo intero”, afferma Fr. Fabio, ‘quindi è naturale che ci colleghiamo con FI’.

Poiché Franciscans International fa ora formalmente parte del comitato di coordinamento della Rete, questa settimana in Grecia ci ha offerto l’opportunità di riaffermare uno scopo condiviso insieme ad altri membri della RFMed: servire le persone in movimento attraverso azioni concrete e attività di advocacy, promuovere il dialogo e trasformare il Mediterraneo da zona di esclusione a regione di solidarietà.

“C’è un’enorme sofferenza”, afferma Fr. L’Amour, ‘come francescani, non possiamo restare indifferenti’.

Si tratta di una traduzione automatica. Ci scusiamo per gli eventuali errori che ne derivano. In caso di divergenze, fa fede la versione inglese.