Il Consiglio per i diritti umani si riunirà dal 27 febbraio al 4 aprile. Durante la sessione, solleveremo diverse situazioni e preoccupazioni in materia di diritti umani condivise dai nostri partner di base.
Di seguito sono riportate tutte le nostre dichiarazioni. Questa pagina sarà aggiornata nel corso della sessione.
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Fine della sessione: Risultati chiave e opportunità mancate (4 aprile)
In una dichiarazione finale, abbiamo riflettuto sui risultati e sulle sfide principali della 52a sessione del Consiglio dei diritti umani. Tra le altre cose, abbiamo accolto con favore l’adozione per consenso di una risoluzione sul diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Tuttavia, abbiamo anche espresso la nostra preoccupazione per i tentativi in corso da parte di alcuni Stati di mettere in dubbio che questo sia effettivamente un diritto universale, nonostante il suo riconoscimento da parte del Consiglio dei diritti umani e dell’Assemblea generale. Abbiamo inoltre sollevato il ruolo della società civile nelle delibere del Consiglio, che continuano a essere limitate dopo le misure di emergenza adottate a causa della Covid-19. In particolare, abbiamo chiesto il mantenimento di modalità ibride, che consentano la partecipazione a distanza di coloro che non sono in grado di recarsi a Ginevra.
Punto 6: Revisione periodica universale – Brasile (28 marzo)
Durante l’adozione dell’UPR del Brasile, abbiamo accolto con favore il sostegno di tutte le raccomandazioni relative al diritto a un ambiente sano, al diritto all’acqua e a quelle relative alle attività minerarie. Si tratta di un passo fondamentale, considerando le misure, le leggi e le politiche regressive adottate negli ultimi anni. Tuttavia, abbiamo anche invitato il governo a intraprendere azioni rapide e proattive per attuarle, assicurando al contempo che alle vittime di violazioni dei diritti umani, in particolare quelle derivanti da attività commerciali, sia garantito un rimedio efficace.
Punto 6 Esame periodico universale – Filippine (27 marzo)
In una dichiarazione congiunta, abbiamo accolto con favore l’accettazione di importanti raccomandazioni riguardanti la protezione dei difensori dei diritti umani e l’impegno a indagare sui casi di esecuzioni extragiudiziali. Tuttavia, nonostante il cambiamento di mentalità da parte della nuova amministrazione, rimaniamo preoccupati per il divario tra i discorsi pubblici e la realtà sul campo. Durante l’adozione dell’UPR, abbiamo sollevato diversi casi recenti nelle Filippine e ribadito la nostra richiesta di istituire un meccanismo internazionale per indagare sui casi legati alla politica della “guerra alla droga”.
Punto 6: Revisione periodica universale – Indonesia (27 marzo)
Sebbene l’Indonesia abbia accettato cinque raccomandazioni relative alla situazione dei diritti umani nella Papua Occidentale, altre cinque sono state solo annotate, tra cui una relativa alla visita dell’Alto Commissario per i diritti umani. In una dichiarazione congiunta, abbiamo chiesto la rapida attuazione delle raccomandazioni relative alla protezione dei difensori dei diritti umani e alla fine dell’impunità per le violazioni dei diritti umani. Abbiamo ribadito che la situazione dei diritti umani necessita urgentemente di una soluzione sostenibile che può essere raggiunta solo attraverso un dialogo pacifico e inclusivo e garantendo la responsabilità di tutti gli autori di tutte le violazioni dei diritti umani.
Punto 4: Dibattito generale – Guatemala (22 marzo)
Le aggressioni contro i difensori dei diritti umani in Guatemala sono raddoppiate nel 2022. Queste aggressioni contro operatori della giustizia, giornalisti, comunità indigene, organizzazioni e individui che difendono il diritto alla terra, al territorio e a un ambiente sano sono perpetrate impunemente e minacciano la democrazia nel Paese. In una dichiarazione congiunta, abbiamo ribadito il nostro appello al Consiglio affinché usi il suo ruolo preventivo prima che la situazione dei diritti umani in Guatemala raggiunga un punto di non ritorno.
Punto 4: Dibattito generale – Sri Lanka (22 marzo)
A quasi quattro anni dall’uccisione di 269 persone negli attentati della domenica di Pasqua in Sri Lanka, le vittime attendono ancora giustizia. Diversi rapporti ufficiali non sono stati pubblicati integralmente e nessuna delle principali raccomandazioni pubblicate è stata attuata. Non c’è stato alcun procedimento giudiziario per negligenza criminale da parte di funzionari statali né per le menti responsabili dei crimini. In una dichiarazione congiunta, abbiamo chiesto al governo dello Sri Lanka di chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni. Abbiamo inoltre esortato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani a sostenere le iniziative di giustizia internazionale relative agli attentati della domenica di Pasqua.
Punto 4: Dibattito generale – Brasile (22 marzo)
Pur riconoscendo la creazione del Ministero dei Popoli Indigeni da parte della nuova amministrazione brasiliana, abbiamo segnalato al Consiglio che i Popoli Indigeni subiscono ancora gravi minacce e attacchi ai loro diritti fondamentali, alle loro vite e ai loro territori. È essenziale che il nuovo governo riprenda immediatamente una politica di demarcazione per proteggere le terre indigene e trasformi le sue promesse in azioni. In una dichiarazione congiunta, abbiamo chiesto al Consiglio di mantenere un atteggiamento vigile nei confronti del Brasile per assicurare che la nuova amministrazione compia progressi concreti nel garantire i diritti territoriali dei Popoli indigeni.
Punto 3: Dibattito generale – Mozambico (17 marzo)
Un violento conflitto e la lenta insorgenza del cambiamento climatico hanno causato lo sfollamento di oltre 1 milione di persone nel nord del Mozambico. Questa crisi multiforme ha creato un’acuta insicurezza alimentare e la situazione è particolarmente grave nei campi per sfollati interni, dove la terra e gli aiuti alimentari disponibili sono limitati, mentre le abitazioni sono state distrutte da eventi meteorologici estremi. Abbiamo esortato il governo del Mozambico e gli altri Stati membri delle Nazioni Unite a rispettare i loro obblighi internazionali e a fornire assistenza umanitaria immediata a Cabo Delgado e alle province circostanti.
Punto 3: Dialogo interattivo con il Relatore speciale sui diritti umani e l’ambiente (10 marzo)
Con i nostri partner locali, siamo testimoni del fatto che la discriminazione impedisce alle donne e alle ragazze di godere del diritto a un ambiente sano, oltre che di una serie di altri diritti umani. A sua volta, questo priva l’umanità del potenziale e della capacità di gestione di metà della popolazione. In questa dichiarazione, abbiamo portato all’attenzione del Relatore speciale due casi specifici delle Isole Salomone e del Mozambico. Per proteggere il potente ruolo delle donne e delle ragazze come agenti del cambiamento, abbiamo anche chiesto al Consiglio di riconoscere il diritto a un ambiente sano, recentemente riconosciuto, nella sua risoluzione annuale sull’argomento, così come in tutte le risoluzioni ONU pertinenti in futuro.
Punto 3: Dialogo interattivo con il Relatore speciale sul diritto all’alimentazione – Guatemala (9 marzo)
In Guatemala, le politiche governative avvantaggiano soprattutto le imprese agroalimentari ed estrattive, mentre hanno un impatto negativo sulle popolazioni vulnerabili. In una dichiarazione congiunta, abbiamo espresso la nostra preoccupazione per l’attuazione di progetti estrattivi senza il previo consenso delle popolazioni indigene, anche se sono direttamente e negativamente colpite. Abbiamo anche sollevato la questione della biodiversità vegetale e della perdita delle conoscenze ancestrali. Alla luce di tutto ciò, abbiamo chiesto al Consiglio di sollecitare il Guatemala ad adottare politiche che affrontino e allevino le minacce a un’alimentazione adeguata e promuovano la sovranità alimentare.
Punto 3: Dialogo interattivo con il Relatore speciale sul diritto ad un alloggio adeguato – Guatemala (9 marzo)
Il Guatemala è a rischio di eventi meteorologici estremi, aggravati dal cambiamento climatico. Nel 2020, gli uragani Eta e Iota hanno lasciato centinaia di persone senza casa o con case gravemente danneggiate. In una dichiarazione congiunta, abbiamo espresso la nostra preoccupazione per gli sgomberi forzati che spesso vengono eseguiti con violenza e senza preavviso, senza prevedere misure di reinsediamento. Questa situazione colpisce in modo sproporzionato le popolazioni indigene. Durante il Dialogo interattivo, abbiamo chiesto agli Stati di aumentare le risorse disponibili per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e di astenersi da sgomberi che mettono le persone in una condizione di vulnerabilità ancora maggiore.
Punto 2: Dibattito generale – Guatemala (8 marzo)
Il Guatemala sta affrontando una crisi dei diritti umani e dello Stato di diritto, aggravata dall’indebolimento e dalla cooptazione delle istituzioni pubbliche. Vi è una diffusa vessazione e criminalizzazione dei difensori dei diritti umani, con oltre 2.000 attacchi documentati nel 2022. In una dichiarazione congiunta abbiamo chiesto al Consiglio di utilizzare il suo ruolo preventivo prima che la situazione raggiunga un punto di non ritorno e di sollecitare il Guatemala a garantire l’indipendenza giudiziaria, a prevenire e indagare sugli attacchi contro i difensori dei diritti umani e gli operatori della giustizia e a garantire un processo elettorale trasparente.
Si tratta di una traduzione automatica. Ci scusiamo per gli eventuali errori che ne derivano. In caso di divergenze, fa fede la versione inglese.