Con l’elezione del presidente Marcos nel maggio 2022, le Filippine sono entrate in un nuovo capitolo della loro travagliata storia dei diritti umani. La nuova amministrazione si è insediata dopo una controversa campagna elettorale inficiata da accuse di disinformazione diffusa e dovrà decidere come affrontare l’eredità della cosiddetta “guerra alla droga” del presidente Duterte, durante la quale decine di migliaia di filippini sono stati vittime di uccisioni extragiudiziali.
“Temo che questo risultato elettorale significhi una continuazione delle guerre iniziate dall’amministrazione Duterte: la guerra alla droga, la guerra agli emarginati, la guerra contro la lotta contro il Covid-19”, afferma Fratel Angel Cortez OFM, che ha visitato Ginevra durante la 50ª sessione del Consiglio dei diritti umani. “Mette le famiglie delle vittime in una situazione di vuoto e sarà un ricordo costante del dolore per la perdita di qualcuno”.
Come parte di un’alleanza della società civile che include reti basate sulla fede, i francescani hanno sostenuto la necessità di rendere conto delle violazioni commesse sotto l’amministrazione Duterte. In passato, Frate Angelo si è ripetutamente rivolto al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e ai diplomatici a Ginevra, fornendo aggiornamenti dal campo e condividendo le testimonianze delle vittime.
Questi sforzi hanno contribuito a un’indagine pubblicata dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani nel 2020, che fornisce prove di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui uccisioni, detenzioni arbitrarie e diffamazione del dissenso. Il rapporto ha anche rilevato la persistente impunità e le formidabili barriere che impediscono alle vittime di accedere alla giustizia.
“Siamo ancora in fase di elaborazione del lutto, ma dobbiamo anche ricominciare a lavorare con il popolo delle Filippine”, afferma Fratel Angel. “Continueremo a chiedere un’indagine internazionale indipendente. Chiediamo anche dei parametri di riferimento per i diritti umani basati sul rapporto dell’Alto Commissario, perché la situazione è effettivamente peggiorata, anziché migliorare”.
La situazione dei diritti umani nelle Filippine rimane precaria, soprattutto per i difensori dei diritti umani che criticano il governo. Con le barriere interne per ottenere giustizia che sono quasi insormontabili, i francescani continueranno a sollevare la situazione alle Nazioni Unite e a chiedere un’indagine internazionale per affrontare le violazioni del passato e porre fine all’impunità prevalente nel Paese.
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