Franciscans International si è unita ai suoi partner ugandesi all’inizio di ottobre per un workshop di tre giorni in vista dell’esame del Paese da parte del Comitato ONU sui Diritti del Bambino (CRC). Nonostante le protezioni legali formalmente in vigore, le giovani donne e le bambine continuano ad essere a rischio di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui matrimoni precoci, mutilazioni genitali femminili e traffico di esseri umani. Attingendo alle intuizioni dei francescani e di altri partner che lavorano direttamente con i bambini e i giovani colpiti, l’incontro ha offerto l’opportunità di discutere questi problemi e di esplorare le raccomandazioni che possono essere fatte durante l’imminente revisione delle Nazioni Unite.
Sebbene la Costituzione ugandese fissi l’età legale per il matrimonio a diciotto anni e proibisca il matrimonio forzato, le leggi consuetudinarie, le norme culturali e la pressione sociale contribuiscono a consolidare i matrimoni precoci. Strettamente legata a questo è la prevalenza delle gravidanze adolescenziali, entrambe in aumento dopo le serrate di Covid-19. La povertà e un sistema educativo cronicamente sottofinanziato contribuiscono ulteriormente alla vulnerabilità delle giovani donne e delle ragazze.
La povertà è anche un fattore trainante dell’abbandono scolastico, del lavoro forzato, dello sfruttamento sessuale e della servitù domestica. Le ragazze sono particolarmente a rischio di essere trafficate per il lavoro domestico in Medio Oriente e negli Stati del Golfo. Nonostante alcuni miglioramenti nell’identificazione delle vittime e nel perseguimento dei colpevoli, c’è ancora una mancanza di supporto sociale, psicologico e legale da parte delle autorità per coloro che riescono a tornare – gran parte di questo è lasciato alla società civile e alle organizzazioni basate sulla fede. Tutti questi fattori si combinano per influenzare negativamente l’empowerment socio-economico delle ragazze e per isolarle ulteriormente dalla società.
Poiché l’Uganda dispone già di un’ampia legislazione per affrontare questi problemi, i francescani evidenzieranno la necessità di adottare un approccio olistico per utilizzare e rendere operative queste protezioni. Ciò dovrebbe includere la sensibilizzazione e una migliore attuazione a livello locale, e affrontare la mancanza strutturale di fondi che impedisce la realizzazione dei diritti dei bambini nel Paese. Le raccomandazioni si baseranno sulle precedenti presentazioni fatte durante la Revisione Periodica Universale e il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione contro le Donne (CEDAW) nel 2022 e il Comitato per i Diritti Umani (CCPR) nel 2023. L’Uganda sarà esaminata del Comitato sui Diritti del Bambino nel settembre 2025.
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