Le violazioni dei diritti delle popolazioni indigene hanno implicazioni di ampio respiro che vanno oltre le comunità colpite. Questa consapevolezza è stata al centro del nostro impegno durante la 23a sessione del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene (UNPFII), che si è svolta a New York tra il 15 e il 26 aprile. Le violazioni dei diritti umani commesse dalle imprese transnazionali nelle terre indigene sono spesso emblematiche di una più ampia impunità aziendale. In quanto custodi di quasi l’80% della biodiversità rimanente del pianeta, i popoli indigeni hanno anche un ruolo chiave da svolgere nella lotta per la giustizia ambientale. Ma, come ha sottolineato la presidente dell’UNPFII durante il suo discorso di apertura, “come ogni primo soccorritore, abbiamo bisogno di assistenza”.
Nel corso della sessione, Franciscans International ha sia ascoltato per comprendere meglio le violazioni dei diritti umani che le comunità indigene devono affrontare, sia offerto piattaforme per condividere queste informazioni in modo più ampio. Sulla base del nostro lavoro passato durante i negoziati per un trattato ONU vincolante su imprese e diritti umani a Ginevra, abbiamo co-organizzato diversi eventi per discutere i casi in corso ed esplorare le vie per la responsabilità.
“Non vogliamo che i nostri figli crescano in un mondo che è un deserto”.
Rappresentante indigeno del Brasile
Lavorando a stretto contatto con il Mining Working Group (MGW), FI ha partecipato a una colazione di lavoro in cui i rappresentanti indigeni delle Americhe hanno potuto elaborare i danni causati nelle loro comunità dalle attività commerciali. Tra questi, l’inquinamento diffuso e sottovalutato in Ecuador e la perdita di mezzi di sussistenza a causa della deforestazione per liberare terreni per progetti idroelettrici in Brasile. L’MWG ha inoltre organizzato una “Conversazione Nord-Sud” e un webinar moderato da FI con giovani indigeni per esplorare diversi elementi del diritto all’autodeterminazione.
Infine, insieme alla US Treaty Alliance, abbiamo organizzato una discussione per esaminare i legami tra l’advocacy di base e quella internazionale. Riunendo un’ampia gamma di esperienze, i relatori hanno esaminato quali azioni collettive la società civile può intraprendere per far sì che la realtà quotidiana delle comunità in prima linea e dei popoli indigeni sia meglio ascoltata alle Nazioni Unite.
La stessa UNPFII ha preso in considerazione l’impatto delle imprese sui diritti degli indigeni, sottolineando che le industrie estrattive e i progetti di energia verde spesso portano all’esproprio e alla militarizzazione delle terre indigene. Ha inoltre messo in guardia dai danni causati in alcuni casi dai mercati del carbonio e della biodiversità. FI continuerà a difendere la giustizia ambientale e la responsabilità delle imprese, tenendo conto delle voci dei popoli indigeni e delle raccomandazioni dell’UNPFII sulla “giusta transizione” verso un’economia più verde.
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